mercoledì 7 giugno 2017

Il divide et impera di Napolitano

Siccome stimo Napolitano, sono convinto che alla maggior parte delle cose che ha detto ieri non crede neanche lui.

Non credo che secondo lui le elezioni anticipate siano un colpo alla credibilità dell'Italia perché "in tutte le democrazie si vota a scadenza naturale". Domani, qui in Regno Unito, si vota con tre anni di anticipo sulla scadenza della legislatura, grazie a un accordo tra Conservatori e Laburisti criticabile quanto si vuole, ma che certamente non ha nuociuto alla credibilità del paese.

(Sono altre le cose che nuocciono alla credibilità del paese: per esempio i risultati dei referendum -- naturalmente mi riferisco a quello britannico sulla Brexit; i risultati dei referendum italiani sono sempre apprezzati da tutti data la nota lungimiranza dei nostri concittadini)

Non credo che possa essere sinceramente indignato per una "legge elettorale fatta da quattro leader per calcolo di convenienza". Tutte le leggi elettorali sono fatte per calcolo di convenienza, incluse il proporzionale classico del 1948, la legge truffa del 1953, il mattarellum del 1993, il porcellum del 2006 e l'italicum del 2015, Anzi, mi passate un'osservazione ardita? Sono stati fatti per convenienza, o con un occhio alla convenienza, anche i due consultella del 2013 e del 2017.

Le leggi elettorali non si dividono in leggi interessate e leggi disinteressate, perché nessun partito, tranne forse i radicali, ha mai voluto per puro altruismo una legge destinata a ucciderlo.
Le leggi elettorali si dividono in leggi con effetti maggioritari e leggi con effetti proporzionali: le prime aiutano ad individuare un vincitore che sarà poi incaricato di governare; le seconde costringono i partiti a trovare un accordo rappresentativo della maggioranza dei cittadini. Si dividono inoltre in leggi che contrastano la frammentazione e leggi che la facilitano. Il sistema para-tedesco all'esame del Parlamento è quindi una legge che limita la frammentazione e costringe ad accordi.

E veniamo dunque agli accordi. Non credo che Napolitano possa essere contro le larghe intese, la grande coalizione, il governissimo. Non lo credo perché gli unici due governi italiani di grande coalizione li ha assemblati lui, pezzo dopo pezzo, forzando la mano di partiti contrari ad accordarsi (cosa di cui non cesserò mai di ringraziarlo: non l'avesse fatto, l'Italia avrebbe dichiarato l'insolvenza). Non lo credo perché, quando si è capito che al ballottaggio dell'Italicum il M5S avrebbe anche potuto vincere, Napolitano è tornato ad auspicare un accordo di tutte le forze politiche non populiste. Napolitano adora le larghe intese.

Non credo che Napolitano sia contrario a una legge proporzionale perché convinto che sia possibile una legge maggioritaria. Questo è un pensiero che possono avere i 60 milioni di leader politici e ct della nazionale mancati. Napolitano no: Napolitano è troppo intelligente e troppo informato sugli equilibri politici per non sapere che un parlamento in cui la totalità dei partiti politici (tranne al massimo il Pd; forse!) sono avvantaggiati dal proporzionale non approverà mai (mai!) una legge maggioritaria.

E allora, come si spiegano le parole di Napolitano? In una maniera molto semplice: Napolitano, non diversamente da Bersani o Alfano, ritiene che lo sbarramento al 5% sia troppo elevato. Non vuole una legge maggioritaria: vuole una legge proporzionale meno selettiva.

Per quale ragione? Una legge con uno sbarramento al 3% renderebbe possibile una moltiplicazione delle liste. Non solo sinistra radicale e Alfano, ma anche un partito di Bersani e uno di Pisapia, e forse un partito dell'Ulivo alternativo al Pd renziano, guidato da Letta e benedetto da Prodi.
Con una tale proliferazione di partiti, uno per ogni gusto, si pensa forse di togliere ai cinque stelle il voto di chi li vede come la forza politica anti-Renzi e anti-Berlusconi. Alla fine avremmo sempre un governo di grande coalizione, ma composto da una decina di forze politiche invece che da due.

Pare che la legge elettorale para-tedesca con lo sbarramento al 5% sia in bilico, quindi può darsi che vedremo se questa strategia divide et impera di Napolitano sia efficace oppure, come temo, soltanto un gioco pericoloso.

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