sabato 7 maggio 2016

Procedimenti legislativi

Discutendo dei procedimenti legislativi introdotti dalla riforma costituzionale, molti commentatori,
anche molti costituzionalisti, hanno letteralmente dato i numeri. Tre, nove, una quarantina: chi ha ragione?

In realtà, dopo la riforma esisteranno soltanto due procedimenti: il procedimento ordinario (in cui prevale la volontà della Camera dei Deputati, al massimo in seconda lettura) e il procedimento bicamerale paritario (proprio di una minoranza ben delimitata di leggi). Come già oggi, talvolta si applicano regole speciali, ma in soldoni la decisione finale spetta quasi sempre alla Camera.

Per i più curiosi, abbiamo pubblicato tutti i dettagli in questa pagina.

mercoledì 4 maggio 2016

I polli di De Siervo

Un breve post per commentare le parole di De Siervo in un'intervista pubblicata ieri sera dal Corriere della Sera.

Nell'intervista, l'ex presidente della Corte Costituzionale esprime molti punti di vista degni di rispetto: opinioni che noi non condividiamo, ma che rispettiamo e ci auguriamo permettano di approfondire il dibattito. Poi, però, cade nel solito vizio di esagerare, di enfatizzare, anche a costo di manipolare la realtà, arrivando persino -- spiace dirlo -- a inventarsi alcune cose di sana pianta.

Dice De Siervo che con la riforma costituzionale

si riporta indietro, a prima degli anni 70, il livello di potestà legislativa delle Regioni

Rimango basito: ogni persona mediamente informata sa che in Italia, prima del 1970, le Regioni neanche esistevano (con l'eccezione di quelle a statuto speciale) e che non avevano competenze legislative se non quando venivano loro benevolmente affidate dallo Stato centrale mediante le cosiddette leggi quadro. Seppur correggendo alcune abnormità approvate nel 2001, la riforma costituzionale conferma l'esistenza di competenze specifiche delle Regioni, arrivando anche ad elencare, direttamente nella Costituzione, l'insieme delle materie a vocazione regionale.

Non basta. Aggiunge De Siervo:

Mentre dobbiamo ancora chiarire bene a cosa servirà il nuovo Senato, la riforma prevede che la Camera si occupi di tutto tranne di quello che non è “espressamente” attribuito alla competenza dello Stato. Bene, tra le materie non disciplinate ci sono l’industria, l’agricoltura, l’artigianato, le miniere, la pesca. Cosa succederà se una Regione interverrà? Finirà che la Corte dovrà continuare a fare il vigile urbano.

Anche qui ci troviamo, purtroppo, di fronte al ribaltamento della realtà. All'art. 117 della Costituzione riformata, si legge:

Spetta alle Regioni la potestà legislativa [...] in ogni materia non espressamente riservata alla competenza esclusiva dello Stato.

Chiaro? "Spetta alle Regioni", non alla Camera. Se dunque una Regione dovesse decidere di occuparsi di una materia priva di riserva statale, non succederà proprio nulla. Potrebbe invece essere lo Stato a decidere di invadere la sfera legislativa delle Regioni; ma anche qui, non c'è spazio per contenziosi: se lo Stato interverrà, dovrà farlo mediante la cosiddetta clausola di supremazia, definita sempre nell'art. 117:

Su proposta del Governo, la legge dello Stato può intervenire in materie non riservate alla legislazione esclusiva quando lo richieda la tutela dell’unità giuridica o economica della Repubblica, ovvero la tutela dell’interesse nazionale.

Le leggi approvate secondo la clausola di supremazia prevedono un maggior coinvolgimento del Senato delle Regioni e un quorum rinforzato nel caso in cui la Camera decidesse di non conformarsi al parere del Senato. Proprio grazie alla clausola di supremazia non sarà più possibile il contenzioso Stato-Regioni che ci affligge dal 2001! E questo spiega anche a che cosa serva la camera alta.

Naturalmente De Siervo sa perfettamente di aver diffuso, con la sua intervista, vere e proprie menzogne. Ciò che non capiamo è come possa essere disposto a macchiare la sua autorevolezza spargendo becchime per polli, falsità a cui soltanto un totale sprovveduto può credere.

In ogni caso, tristezza, molta tristezza.