
Anche se "non c'è mai una bacchetta magica che risolve tutti i problemi", la riforma rappresenta un "un passo avanti decisivo" in quanto viene meno il rischio di un Parlamento che non riesca a dare vita a un governo, come capitato tre anni fa.
Dopo il referendum, alcune parti della riforma entreranno immediatamente in vigore (come la chiusura dell'inutile CNEL); le parti restanti entreranno in vigore nel 2018, dopo alcuni adempimenti necessari quali l'aggiornarmento dei regolamenti parlamentari e l'approvazione della legge elettorale per il nuovo Senato.